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Agropoli: arrivate in città le reliquie di Santa Rita (FOTO)

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Agropoli. E' arrivata questo pomeriggio in città la reliquia di Santa Rita da Cascia, la Santa dei casi impossibili. La cerimonia di accoglienza si è tenuta in Piazza Vittorio Veneto, alla presenza di numerosi fedeli, alcuni dei quali visibilmente commossi. La reliquia, una pietra della casa maritale di Santa Rita in cui è incastonato un pezzetto della sua carne, è stata quindi trasportata in processione fino alla chiesa della Madonna di Costantinopoli. 

Qui la reliquia resterà un anno e sarà visibile tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.30 alle 21.30.

La storia

Rita nacque nell'anno 1381 a Roccaporena, da Antonio Lotti e Amata Ferri. I suoi genitori erano molto credenti e la situazione economica non era agiata ma decorosa e tranquilla.

La storia di Santa Rita fu ricolma di eventi straordinari e uno di questi si mostrò nella sua infanzia.
La piccina, forse lasciata per qualche momento incustodita nella culla in campagna mentre i genitori lavoravano la terra, fu circondata da uno sciame di api. Questi insetti ricoprirono la piccola ma stranamente non la punsero. Un contadino, che nel contempo si era ferito alla mano con la falce e stava correndo a farsi medicare, si trovò a passare davanti al cestello dove era riposta Rita. Viste le api che ronzavano attorno alla bimba, prese a scacciarle ma, con grande stupore, a mano a mano che scuoteva le braccia per scacciarle, la ferita si rimarginava completamente.
A 13 anni Rita avrebbe desiderato farsi monaca tuttavia i genitori, oramai anziani, la promisero in sposa a Paolo Ferdinando Mancini, un uomo conosciuto per il suo carattere rissoso e brutale. La Santa, abituata al dovere non oppose resistenza e andò in sposa al giovane ufficiale.
Dal matrimonio fra Rita e Paolo nacquero due figli gemelli maschi: Giangiacomo Antonio e Paolo Maria
La vita coniugale di S. Rita, dopo 18 anni, fu tragicamente spezzata con l'assassinio del marito, avvenuto in piena notte, presso la Torre di Collegiacone a qualche chilometro da Roccaporena mentre tornava a Cascia.

Rita fu molto afflitta per l'atrocità dell'avvenimento, cercò dunque rifugio e conforto nell'orazione con assidue e infuocate preghiere nel chiedere a Dio il perdono degli assassini di suo marito.
Contemporaneamente S. Rita intraprese un'azione per giungere alla pacificazione, a partire dai suoi figlioli, che sentivano come un dovere la vendetta per la morte del padre.
Rita si rese conto che le volontà dei figli non si piegavano al perdono, allora la Santa pregò il Signore offrendo la vita dei suoi figli, pur di non vederli macchiati di sangue. Essi moriranno a meno di un anno dalla morte del padre.
Quando S. Rita rimase sola, aveva poco più di 30 anni e senti rifiorire e maturare nel suo cuore il desiderio di seguire quella vocazione che da giovinetta aveva desiderato realizzare. Entrò nel Monastero di S. Maria Maddalena.
Per Rita gli ultimi 15 anni furono di sofferenza senza tregua, la sua perseveranza nella preghiera la portava a trascorrere anche 15 giorni di seguito nella sua cella senza parlare con nessuno se non con Dio, inoltre portava anche il cilicio che le procurava sofferenza, per di più sottoponeva il suo corpo a molte mortificazioni: dormiva per terra fino alla fine quando si ammalò e rimase inferma negli ultimi anni della sua vita.
A circa 5 mesi dal trapasso di Rita, un giorno di inverno con la temperatura rigida e un manto nevoso copriva ogni cosa, una parente le fece visita e nel congedarsi chiese alla Santa se desiderava qualche cosa, Rita rispose che avrebbe desiderato una rosa dal suo orto. Tornata a Roccaporena la parente si reco nell'orticello e grande fu la meraviglia quando vide una bellissima rosa sbocciata, la colse e la portò a Rita.

Cosi Santa Rita divenne la Santa della "Spina" e della "Rosa".
S. Rita da Cascia è stata beatificata ben 180 anni dopo il suo decesso e proclamata Santa a 453 anni dalla sua morte.

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