Attualita'

Agropoli: "Spirito francescano" sulle tracce di San Francesco

notizie

Il Comitato "Spirito Francescano", con alcuni suoi rappresentanti, giovedì 31 luglio, si è imbarcato dal porto di Agropoli (che collega giornalmente la costiera Cilentana e quella Amalfitana), portandosi ad Amalfi dove ha incontrato il prof. Giuseppe Gargano per gettare le basi di un "Gemellaggio nel nome di San Francesco tra Agropoli, Amalfi e Ravello" che coinvolga, ovviamente, le Amministrazioni delle due città (continua con il diario del viaggio...)

Questo il diario del viaggio del Comitato Spirito Francescano sulla “Rotta di S. Francesco”: Agropoli-Amalfi.

di Antonio Capano

Il 31 luglio 2014 tre rappresentanti del Comitato Spirito Francescano di Agropoli: il presidente Germano Rizzo, il coordinatore culturale Antonio Capano e uno dei fondatori, Umberto Grieco, da Agropoli hanno raggiunto da Amalfi, sull’onda - è il caso di affermare - della tradizione plurisecolare che sostiene, a partire da Pietro Rodolfo da Tussignano (1596), la presenza di S. Francesco nella cittadina, porta del Cilento.
Proprio per rivivere, anche se con mezzi moderni, le sensazioni provate dal Santo quando probabilmente giunse per mare, la via più veloce e sicura, ad Agropoli da Amalfi, si è preferito prendere il traghetto che in circa 2 ore copre nel periodo estivo il tratto tirrenico tra le due località. Pur con il sole abbagliante che non rendeva chiarissima l’immagine della costa, fin dal momento della partenza, appena superato il promontorio su cui fu costruito l’insediamento bizantino (VI sec. d. C.), poi sede (882-915) di un potente “ribat” saraceno, che avrebbe segnato nella fede lo scetticismo e la derisione che accolse S. Francesco, giuntovi a predicare nel lunedì di Pasqua del 1222, siamo stati accompagnati, per quasi tutto il viaggio, dalla visione rassicuratrice della statua del Santo fatta erigere sulla cima di una collina e su un alto podio da Padre Sinforiano e di recente acquisita dall’amministrazione comunale di Agropoli, in comodato con la Provincia francescana, per progetti di tutela e valorizzazione.
Il mare quasi calmo e la giornata serena hanno favorito il viaggio . Ad Amalfi era ad accoglierci il prof. Giuseppe Gargano, direttore scientifico e Presidente onorario del prestigioso Centro di Cultura e Storia Amalfitana, che ci ha guidato , tramite suggestivi percorsi sia moderni (tunnel) che medievali per l’abitato della nota Repubblica marinara fino all’elegante Hotel “Luna”, celebrato da Ibsen e da tanti altri illustri ospiti e visitatori, documentati in epigrafi, anche esterne, e in foto d’epoca riunite in pannelli collocati lungo le pareti interne del medievale chiostro, abbellito da archetti e sottili colonnine. Esso racchiude il convento di cui S. Francesco promosse la costruzione in occasione della sua presenza ad Amalfi, come vuole la tradizione locale, ricordata in una epigrafe affissa alla parete negli ambienti inferiori, corrispondenti al primo nucleo del complesso e ospitanti, oltre ad una lapide sepolcrale di un mercante amalfitano (XIV sec.) ed un sarcofago romano di piena età imperiale (II sec. d. C.), i resti del beato Padre Domenico Girardelli di Muro (Lucano) ( ma nativo di Vietri (di Potenza), XVII sec.) ed un altare ornato da quadretti con gli episodi della vita di S. Francesco. L’epigrafe ci ricorda che il Santo di Assisi insieme al collega fraterno Bernardo da Quintavalle nel 1220 giunse ad Amalfi per onorare le spoglie mortali di S. Andrea e, a seguito delle richieste dell’arcivescovo Giovanni Capuano e dei cittadini, “eresse” il luogo di preghiera su un precedente edificio dedicato alla S. Croce (Punta di S. Croce è il toponimo) e a S. Sofia con la nuova dedica a S. Maria degli Angeli. Nei due anni che rimase per tradizione ad Amalfi, S. Francesco formò giovani e piantò alberi: viti, meli, mirti, di ausilio anche per le guarigioni da malattia.
Successiva tappa del viaggio, sempre sotto l’attenta e partecipe guida del prof. Gargano, attraverso i vicoli coperti e protetti del “castrum” altomedievale, davanti al quale si erge sul costone la “Torre saracena” ristrutturata in epoca angioina, è stata la sede del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, che ospita anche la Biblioteca comunale “Pietro Scoppetta” e l’Associazione Pensionati “Orizzonti sereni”. Qui abbiamo incontrato il presidente del Centro di Cultura dr. Giuseppe Cobalto, ed alcuni associati, tra cui la signora Teresa Amatruda, proprietaria di una delle cartiere di origini medievali, in riunione per una importante iniziativa che collega Amalfi e le sue tradizioni culturali e commerciali a siti giapponesi. A loro abbiamo spiegato lo scopo del viaggio ed eventuali prospettive di collegamento tra le tradizioni amalfitane, ravellesi ed agropolesi relative alla presenza di S. Francesco, ricevendo un entusiastico riscontro oltre al dono di pubblicazioni edite dal Centro, cui è stato donato dallo scrivente un numero degli “Annali Storici di Principato Citra”.
Il prof. Gargano, dopo aver preso contatti telefonici con il dr. Luigi Buonocore, storico del Museo Diocesano di Ravello, ci ha salutati,ricambiato con spontanei e cordiali sensi di gratitudine.
Il lungo e suggestivo trasferimento con la SITA a Ravello, dopo il superamento del tunnel cittadino, ci ha condotti al Museo del Duomo, ove siamo stati accolti dal dr. Buonocore che ci ha cortesemente guidati al convento francescano dei Minori Conventuali, fondato sulla preesistente chiesa di S. Giovanni (doc. dal 1177), non senza una breve sosta presso la pietra, ora attigua ad una edicola ricordata in una epigrafe del 1866, sulla quale si sarebbe riposato S. Francesco, in visita da Amalfi a Ravello; qui,, secondo la tradizione, promosse la costruzione del locale convento, come recita una chiara lapide: “Antica e sicura tradizione afferma che / S. Francesco d’Assisi / dopo aver fondato un convento in Amalfi/venne a Ravello nel 1222 / e qui ove sorgeva la chiesa di S. Giovanni in Ponticeto / fondò anche questo convento/ in cui si distinsero nell’imitazione del Padre / e hanno venerato sepolcro / il B. Bonaventura da Potenza* / P. Antonio Donato del Guercio di Caposele**./ I Frati Minori Conventuali e la Città di Ravello /VII° Centenario della morte di S. Francesco / 4 ottobre 1226-1926 /posero questo ricordo.
Il ritorno, dopo le necessarie soste di ristoro, è avvenuto con un mare più mosso ma la visione, già a lunga distanza, della statua di S. Francesco sulla collina di Agropoli, e poi, prima di raggiungere il porto di S. Marco, dell’abitato di Castellabate, nota per l’abate cavense Costabile Gentilcore che, nativo di Tresino, località tra Castellabate ed Agropoli, costruì il borgo da lui denominato (1123), affrontando sicuramente anch’egli l’itinerario marittimo nei suoi spostamenti da Cava, ci hanno sgombrato la mente da ogni preoccupazione, riconfermandoci la suggestione e la partecipazione di fede ad un viaggio per mare che ha accomunato i destini di noi fedeli e appassionati della storia delle nostre località ma anche di questi ultimi due grandi personaggi e di tanti altri della costiera amalfitana, uniti da sempre alla costa cilentana, da vincoli commerciali, spesso consolidatisi in unioni matrimoniali e parentelari.
* Potenza , 1651 – Ravello , 26 ottobre 1711; beato dal 1775.
**Morto in fama di santità nel 1774.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin